Immaginatevi un ragazzo di vent’anni appena che con un libro in mano, pervaso dall’entusiasmo, si avvicina alla figura che tanto lo ha ispirato… e si appresta a fare la fila come tutti, dopo il termine della sua presentazione sul palco, per ricevere la firma di rito e scambiare due parole. Tra le battute, il suo eroe sportivo se ne esce con una domanda leggera: “Ma anche tu fai sport?”.
Ma mentre si avviava verso la distrazione del gesto meccanico dell’autografo, pronto ad incassare una risposta altrettanto leggera, il ragazzo replica: “Certo! E tra poco parto per andare di corsa da solo a Caponord!”.
Fu così che incontrai Nico Valsesia per la prima volta.
Da quel momento Nico, rispondendomi: “Porca vacca! Io non ci proverei nemmeno… Bravo, teniamoci in contatto!”, non è stato più un semplice idolo per me, ma……
Ma andiamo per gradi!
Senza ovviamente riportarvi la lista chilometrica delle sue imprese (per questo vi rimando al suo sito www.nicovalsesia.com), vorrei condividere con voi il ruolo che Nico ha giocato sulla mia crescita personale.
Fin dal primo istante sono rimasto estasiato dalla semplicità con la quale affronta e convive con la fatica e le difficoltà, facendole sembrare due compagni di viaggio quasi divertenti.
Sentendolo parlare o leggendo il suo libro, “La fatica non esiste”, ho compreso che la chiave dei suoi risultati è sicuramente la passione smisurata per lo sport di endurance e i viaggi.
A lui piace veramente affrontare lo sport e la vita senza scorciatoie, senza ricercare gloria o denaro, ed in questo sicuramente ci assomigliamo.
Invidio invece il suo modo spensierato di vivere gli allenamenti, senza tabelle, senza fronzoli e sempre con il sorriso.
I pensieri e le riflessioni che emergono dai suoi racconti non hanno fatto altro che rafforzare la risposta che diamo quando ci etichettano come pazzi… ovvero che i pazzi, quelli veri, sono quelli che pur avendo un sogno, non lottano per realizzarlo!
Insomma, senza girarci tanto attorno, avete capito che per me la sua figura così genuina è stata una fonte di ispirazione, che mi ha permesso di maturare sia come atleta che come avventuriero.
…Ritornando però all’aneddoto del nostro primo incontro, Nico per me ora è davvero un amico! Agli aggiornamenti sulle mie spedizioni, lui ha sempre risposto con incoraggiamenti e consigli e, spesso, mi ha fatto sentire un suo pari. Nonostante io valga probabilmente come l’unghia del suo mignolo sinistro!
Dopo queste righe, penso proprio di essere rimasto lo stesso ragazzino, che dopo il suo autografo non ha dormito per due giorni!
Grazie Nico per avermi insegnato a “giocare” con la fatica.
Se volete rimanere positivamente segnati anche voi, vi consiglio il suo libro e la visione dei suoi documentari!